Imago 1960-1971

DESCRIZIONE

Con i suoi quattordici numeri pubblicati tra il 1960 e il 1971, «Imago» è un’impresa editoriale che non si lascia racchiudere in facili definizioni: un’avventura culturale nella Milano degli anni Sessanta, che in questo volume a cura di Giorgio Camuffo viene per la prima volta raccontata e documentata per intero. Nata dall’incontro tra il progettista grafico Michele Provinciali e Raffaele Bassoli, titolare della Bassoli Fotoincisioni, «Imago» è formalmente una rivista aziendale, prodotta per mostrare quanto di meglio è al momento reso possibile dalle tecniche di riproduzione di immagini e testi. Ma è anche un’«isola felice» di libera sperimentazione, dove figure del mondo dell’arte e della comunicazione visiva – tra cui Max Huber, Giancarlo Iliprandi, Bruno Munari, Remo Muratore, Armando Testa, Pino Tovaglia – dialogano con nomi importanti della critica artistica e della letteratura, come Dino Buzzati, Piero Chiara, Giuseppe Pontiggia, Mario Soldati. «Imago» diventa così testimonianza del ruolo dei grafici tra boom economico e conte stazione, delle tendenze artistiche dell’epoca, del rapporto che si sviluppa in quegli anni tra industria e cultura. Le fotografie che documentano ogni stampato mettono in luce la straordinaria varietà dei lavori che «Imago» racchiude, oltre all’importanza della dimensione fisica ed “esperienziale” dei contenuti, mentre i numerosi racconti e aneddoti trasmettono lo spirito che ha animato questo progetto artistico collettivo. Oltre ai capitoli analitici dedicati alle singole uscite, il libro approfondisce diversi aspetti del mondo di «Imago», dai suoi protagonisti al contesto storico, fino alle relazioni con l’arte e la grafica, attraverso i contributi di Giorgio Camuffo, Carlo Vinti, Maddalena Dalla Mura, Mario Piazza, Marta Sironi e Nina Bassoli e le interviste ad Andrea Bassoli e Leonardo Sonnoli.

INFO

Giorgio Camuffo è un graphic designer e docente di comunicazione visiva della Libera Università di Bolzano: scoprì Imago nel 2011, nello studio milanese del designer Mario Piazza. Negli anni successivi si dedicò alla ricerca di tutti e quattordici i numeri, oltre che alla ricostruzione della storia della rivista: tra le altre cose intervistò alcune persone vicine al progetto, come Andrea Bassoli, figlio di uno dei suoi ideatori, Raffaele Bassoli.

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